Napoli, 6 marzo 2013 – Le piste sono tre, quattro. Forse qualcuna in più. Ma tra le ipotesi su chi possa aver avuto un qualche interesse a incenerire Città della Scienza, ce n’è una che trova oggi un riscontro inquirente maggiore. Almeno negli interessi. A poche centinaia di metri da ciò che resta del polo scientifico-museale si stagliano quattro lotti edificabili. Ebbene, tutte le aste che hanno riguardato la loro vendita sono sempre andate deserte. Buchi nell’acqua in una zona d’interesse immobiliare non da poco. Ma la considerazione va fatta a posteriori. Una cosa è comprare terra edificabile accanto a Città della Scienza, un’altra è comprare per edificare accanto a uno scheletro incenerito. I prezzi non possono che crollare. E chi si presenterà alle prossime aste, potrà dettare le cifre del mercato. Un mercato, sia chiaro, da rivedere in uno scenario di emergenza. Dove gli appalti che verranno non possono che far gola, ora che bagnoli, dopo anni di immobilismo, è tornata ad essere un caso nell’agenda politico-istituzionale. Nel frattempo, se c’è chi voleva speculare, lo può fare a prescindere da quella che sarà una ricostruzione eventuale. Prima di ricostruire, semmai qualcosa sarà ricostruito, ci sono detriti da rimuovere, c’è da fare movimento terra, urgono interventi di bonifica. Dunque, si muoveranno soldi. E se ci fossero complicità interne. Una talpa, allora. Qualcuno che ha indicato i punti in cui agire con del liquido infiammabile, punti dove non arrivano gli occhi delle telecamere. Teoremi, accanto all’unica certezza: il dolo. Perché un rogo che impiega pochi minuti per abbracciare oltre cento metri quadrati, a pochi minuti dall’uscita dell’unico gruppo che ha visitato la struttura che di lunedì è chiusa al pubblico, non può che essere un’azione studiata a tavolino. Si aggiunga che la centrale elettrica era intatta. Dunque, dolo. Per i lotti di appartamenti messi in vendita, forse. Ma pure per strappare premi assicurativi rispetto a lavori rimasti incompleti di fronte alla mancanza di liquidità della Fondazione. Anche questa è un’ipotesi al vaglio. Come quella della pista eversiva, così da destabilizzare una comunità che vive già un momento difficile sia sul piano politico, che su quello istituzionale. Che strana, infatti, la coincidenza: la Città della Scienza brucia a una manciata d’ore dal crollo di uno stabile alla Riviera e al conseguente sequestro del cantiere della linea sei della metro. Troppo per un anonimo lunedì napoletano.
(giuseppe porzio)
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